4 alternative economiche alla fast fashion

Alternative-economiche-alla-fast-fashion

Moda sostenibile ed economica? Possibile. In questo aticolo troverai 4 alternative economiche alla fast fashion per un armadio verde.

Puoi leggermi in5 Minuti, 22 Secondi

Se hai letto i miei due precedenti articoli, saprai perché cosa sono la fast fashion e il greenwashing. Alcuni lettori mi hanno chiesto di scrivere un articolo sulle alternative economiche alla fast fashion a questo mercato dell’orrore. Perciò in questo articolo parlerò di moda sostenibile e ti darò qualche dritta econimica per rendere il tuo armadio green.

I danni ambientali della fast fashion

Le Nazioni Unite hanno sottolineato il problema ambientale legato al mondo della moda. Ecco alcuni numeri che possono chiarire la gravità della situazione. In un anno:

  • La moda consuma il 20% delle risorse idriche globali.
  • Immette nell’ambiente il 10% dell’anidride carbonica totale.
  • L’85% dei vestiti prodotti finisce in discarica e solo l’1% riciclato.
fast fashion

Oltre a questi dati, sono da sottolineare:

  • L’eccessivo utilizzo di pesticidi inquinanti nella coltivazione del cotone destinato alle stoffe;
  • Le gigantesche discariche a cielo aperto di abiti che dall’occidente finiscono in Asia e Africa;
  • L’italianissima criminalità organizzata che mette mano anche nel riciclaggio di abiti usati.
  • Lo sfruttamento della manodopera all’estero.
  • Le consizioni assurde di lavoro nella logistica in Europa, sì anche in Italia.

La moda sostenibile è per ricchi?

Mi sento spesso ripetere “io vorrei tanto fare l’ecologista, ma la moda ecologica ed ecosostenibile costa cara”. Questa convinzione è strettamente legata ad un errore di definizione. Molti credono che la moda green sia soltanto la parte del settore che si avvale di tessuti naturali (spesso sperimentali), ancora costosi da produrre e quindi da comprare. Ad esempio seta, bambù, canapa, ligneah, la stoffa d’arancia e così via. Niente di più falso!

“Definizione di moda ecosostenibile: è una moda che ha lo scopo di ridurre l’impatto ambientale dei nostri abiti durante tutto il ciclo che va dalla produzione allo smaltimento.”

La produzione di abiti con materie prime di origine naturale è solo una piccola parte delle alternative alla fast fashion, ci sono altre attività che aiutano i nostri armadi ad essere più ecologici senza spendere un capitale.

Alternative economiche alla fast fashion

Il primo passo verso una moda più sostenibile è ridurre la produzione di abiti. Questo risultato si ottiene semplicemente abbassando la domanda di mercato, cioè smettendo di comprare vestiti. Non per sempre, è ovvio, ma magari prova a sfidare te stess* come ho fatto io: quest’anno ho deciso di non comprare abiti invernali nuovi e di usare solo quelli che avevo già nell’armadio. Non sono morta ibernata, quindi direi che è andata bene. Se poi dovessi avere bisogno urgente di un capo d’abbigliamento, le alternative sono tante. Di seguito te ne mostro alcune.

1. Lo scambio

Solo nel 2018 l’industria della moda ha prodotto 154 miliardi di capi. Ma quelli che hai già che fine fanno? Spesso sono tristemente abbandonati sul fondo dell’armadio. Se hai abiti che non metti o che non ti piacciono più, scambiarli con amici e parenti potrebbe essere un buon modo per rifarsi in guardaroba a costo zero senza inquinare di più. 😉

Qui a Milano vengono organizzati dei fantastici aperitivi swap-party, cioè delle feste in cui ci si può scambiare i vestiti anche tra sconosciuti. Chi l’ha detto che le alternative economiche alla fast fashion debbano essere per forza noiose?

2. Acquisto di abiti usati

Acquistare abiti usati può essere molto vantaggioso: spesso si trovano capi ormai fuori produzione o di firme pregiate ad un prezzo conveniente. Bisogna essere dei bravi “cercatori” e ci vuole un po’ di tempo, ma il risultato è uno stile unico. Se nella tua città non ci sono mercatini dell’usato, puoi provare l’app Depop, io mi ci sono trovata bene in passato. Se abiti a Milano, Roma, Torino o Pavia, di sicuro potrai trovare un negozio Humana: negozi di vestiti usati i cui utili sostengono progetti di cooperazione In Italia e nei paesi in via di sviluppo.

Un altro progetto che mi è stato segnalato dalla mia amca Tati è Progetto Quid, un’impresa sociale che offre un’opportunità di lavoro sicuro a persone (soprattutto donne) con un passato difficile. Utilizzano tessuti Made in Italy recuperati localmente.

3. Riparazioni e adattamenti

Se anche a te hanno insegnato a buttare via un capo al primo segno di cedimento, sappi che la migliore tra le alternative economiche alla fast fashion è far durare di più i tuoi capi preferiti. “Loved clothes last” è uno dei baluardi della fashion revolution. Per far durare i tuoi capi puoi imparare a cucire, smacchiare, attaccare toppe e bottoni. Ci sono riparazioni molto semplici che puoi fare da te, altre che richiedono l’aiuto di un sarto o una sarta. I vantaggi? Utilizzerai di più i tuoi vestiti, imparerai a cucire (dà soddisfazione, te lo assicuro) e sosterrai piccoli artigiani.
In più, un piccolo attrezzo che ti può tornare utile in questa stagione è un rasalana che ti permette di togliere i peluchi dai maglioni. Lo conoscevi?

Risultati immagini per levapelucchi philips
Rasalana: un attrezzo che ho scoperto di recente

Se non ne hai uno in casa o non lo trovi usato, un mio conoscente faceva lo stesso lavoro con un vecchio pelapatate. Un ottimo passatempo per tenere impegnate le mani (ed evitare di mangiare patatine) mentre si giuardano serie TV.

Una delle mie alternative economiche alla fast fashion preferite è riadattare i vestiti. Per esempio tagliare i jeans rovinati per farli diventare pantaloncini corti in estate: green fashion a costo zero.

4. Capsule Wardrobe

Il capsule wardrobe è la più antica tra le alternative economiche alla fast fashion. Tanto antica e quanto moderna: si tratta, infatti, di una rivisitazione del cambio di stagione che facevano le nostre nonne e mamme. Serve ad evitare di cadere nella “noia da armadio pieno” (ho appena coniato un nuovo termine per questa malattia!), riducendo, così, gli acquisti inutili. Sul sito della Rete Zero Waste trovi un articolo che lo spiega molto bene. Gloria (l’altra ragazza che scrive su Ecorisparmiare) ha mostrato il suo su Instagram. Se qualcuno l’ha già detto bene, perché ripetersi? 😉 Te li lascio tra i link utili, così potrai approfondire l’argomento.

Link utili

Per questo articolo ti ho già trattenuto abbastanza, ma le alternative non finiscono qui e presto te ne mostrerò altre. Ci rivedremo presto in un nuovo articolo, nel frattempo ti lascio qui sotto alcuni link utili.

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Lascia un commento